NON TI LASCIO SOLO
Considerazioni sulla vita in casa per le persone con patologie psichiatriche
a cura di Edoardo Morello
a cura di Edoardo Morello
Affrontare
l'isolamento e rimanere per un lungo periodo di tempo tra le quattro mura di
casa non è affatto semplice. Tanto più per chi si ritrova solo e non può
condividere con nessuno il peso di questi giorni, per chi soffre di ansia, depressione
o altri disturbi della psiche. Il Comune di FIUMICINO ha attivato da giorni
alcuni servizi telefonici di assistenza psicologica per le persone che abbiamo
ultimamente imparato a conoscere con l’aggettivo “Fragili”.
Purtroppo patologie
quali: ansia, depressione, patologie psichiatriche o tutto ciò che mette a dura
prova l’umore e la salute mentale non può avere come riferimento un orario di
apertura e di chiusura. Spesso le crisi più gravi avvengono la sera tardi, la
notte, nei momenti in cui siamo ancora più soli con noi stessi e non abbiamo
“distrazioni” E vanno affrontate al più presto, non sono differibili. Stare
chiusi in casa può amplificare i sentimenti negativi. Per esempio, le persone
che soffrono di depressione tendono già di per sé ad isolarsi e l'isolamento
porta a concretizzare i pensieri negativi. A volte manca addirittura la
lucidità/volontà, per chi soffre di alcune patologie, di rivolgersi a qualcuno
per chiedere aiuto. Si finisce per avvitarsi su sé stessi e sulla propria
solitudine. Non a caso, infatti, i supporti telefonici o via web di aiuto (per
questi ultimi aprirò una parentesi tra poco) che più funzionano sono quelli H24
. Le richieste di aiuto che giungono ai centralini sono certamente spalmate
nell’arco della giornata, ma hanno un picco considerevole nelle ore serali /
notturne. Il secondo limite, a mio avviso, è quello tecnologico. Le persone
anziane o molti disabili hanno delle difficoltà oggettive all’accesso alle
nuove tecnologie: smartphone, Pc, tablet e, per loro, un servizio “online” è
quasi sempre inaccessibile di fatto. In questi casi oltre ai servizi di spesa a
domicilio sarebbe il caso di pensare ad un “supporto a domicilio” con personale
qualificato e preparato ad affrontare le crisi più frequenti., senza dover
ricorrere alle già ampiamente congestionate guardie mediche. Abbiamo migliaia
di psicologi a spasso costretti a sottomansioni dai tagli continui alla Sanità.
Non sono rari gli psicologi che hanno dovuto frequentare il corso OSS per poter
continuare a lavorare. Non sono da dimenticare inoltre le famiglie che si
trovano a gestire improvvisamente un paziente psichiatrico confinato forzatamente
in casa con la chiusura di molti centri diurni che hanno soprattutto la
funzione di dare sollievo ai familiari più che a curare patologie croniche
destinate nella maggioranza dei casi ad un progressivo peggioramento. Una vera
e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere in ogni momento per le
dinamiche che, a lungo andare, una segregazione forzata innesca anche
nell’ambiente familiare più sano. Riuscire a gestire un lungo periodo di tempo
dentro le mura di casa per chi soffre di problemi psichici non è affatto
semplice. Alcuni consigli, tuttavia, potrebbero aiutare a limitarne gli effetti
negativi. La prima raccomandazione, valida soprattutto per gli ansiosi, ma
secondo me adattabile a tutti noi è quella di limitare il tempo in cui ci si
espone alle notizie. Tenersi sempre aggiornati, infatti, non fa altro che
aumentare i livelli di allerta e preoccupazione, soprattutto quando lo si fa
attraverso la televisione, dove le immagini rievocano continuamente il dramma.
Si potrebbe, quindi, stabilire un orario specifico per controllare le ultime
notizie, in modo da allentare la tensione e riuscire a gestire l'ansia.
Ovviamente tutti i buoni propositi si scontrano con le risorse economiche di
cui, anche un comune virtuoso, non può disporre in modo infinito. In questi
casi entra in campo il volontariato che purtroppo o per fortuna sempre più
spesso mette una “toppa” alle carenze pubbliche. Anche qui i limiti però sono
spesso la approssimativa preparazione del personale in un campo così specifico
e soprattutto la volatilità del servizio. Non sempre l’empatia o la semplice
buona volontà in certi ambiti può essere sufficiente. A volte può essere
addirittura controproducente. Tutto ciò deve spronare le strutture esistenti:
Centri diurni, cooperative convenzionate, servizi sociali etc. a reinventarsi,
con l’impiego intelligente di tutte le risorse disponibili per adattarsi a
questa realtà. Organizzare incontri in rete con i pazienti, proporre attività
ludiche o di supporto anche via web ove non ci sia la possibilità di un
intervento diretto. Mantenere i rapporti con tutti i mezzi consentiti. La
struttura in cui presto servizio, ad esempio, dalla prossima settimana partirà
con una iniziativa che vedrà molti operatori impegnati in vere e proprie
dirette Facebook con tematiche diverse e ad orari diversi che verranno
trasmesse sulla pagina Facebook della struttura stessa e visualizzabili da
chiunque si connetta con essa. Gli appuntamenti saranno una occasione per
rivedersi e interagire facendo attività come la musica, la cucina, la
ginnastica dolce e così via. In questo circuito la casa famiglia del Comune di
Fiumicino (dopo di noi) sarà coinvolta con l’appuntamento del martedì che
abbiamo chiamato “ Canta che ti passa” nel quale suoneremo e canteremo brani
musicali, a volte composti dai ragazzi stessi sull’aria di motivi conosciuti.
Una sorta di quello che in musicoterapia va sotto al nome di Song writing.
Chiedere agli altri cosa fanno e come si organizzano per affrontare la giornata
è importante, perché la nostra forza risiede nella nostra capacità di acquisire
e imparare rapidamente l'adattabilità. La domanda all'altro su come sta
affrontando una problematica non serve tanto per imitarlo, ma piuttosto per
dare uno spunto, un suggerimento e un incoraggiamento.
Edoardo Morello Educatore e Musicoterapista clinico Coop “AL
PARCO ONLUS”

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